Che cos'è un problema di salute?
I problemi di salute sono quelle difficoltà che non riusciamo a risolvere da soli. Dai problemi si distinguono le difficoltà, a cui, invece, ciascuno di noi riesce a porre rimedio da solo. La maggior parte delle difficoltà di salute iniziano e terminano senza che noi neppure ce ne accorgiamo e partecipiamo consapevolmente alla loro risoluzione. Strano a dirsi ma è così: siamo provvisti di un efficiente apparato riparatore psico-fisico.
In quei pochi casi in cui l’apparato riparatore non è in grado di risolvere i nostri problemi di salute da solo dobbiamo ricorrere al PIANO B: chiedere aiuto. Fa parte della vita. Anzi sembra proprio che sia una delle più grandi virtù di noi Homo Sapiens.
Che tu stia cercando di risolvere il tuo problema di salute da solo o che tu ti sia rivolto ad un professionista, sappi che la prima cosa che devi sapere se vuoi risolvere il tuo problema è sapere come si sta mantenendo. Lo so, ti aspettavi che dicessi che la cosa più importante da sapere è come il problema è cominciato, ma non è così.
I problemi nascono nel passato e là nessuno può tornare per impedire che abbiano inizio. E’ qui ed ora che il tuo problema si sta mantenendo ed è qui ed ora che tu devi comprendere come funziona. Ti avverto che non è così facile, in quanto richiede che tu riesca ad osservare te stesso mentre “mal funzioni”. Come per le virtù anche per i vizi, la valutazione di sè non è mai lucida e affidabile. Ecco perchè chiedere aiuto a volte è essenziale. Ti serve qualcuno che veda come funzioni da fuori e soprattutto riesca a vedere un modo diverso in cui potresti funzionare “senza” sintomi.
Come si forma un problema di salute?
Nel corso della vita di una persona emerge una difficoltà fisica, psichica o psico-fisica
La persona reagisce alla difficoltà, con reazioni inconsapevoli e consapevoli. A questo punto ci sono due condizioni:
La reazione neutralizza la difficoltà e tutto si risolve, a volte piano piano altre in modo estremamente rapido. Ecco alcuni esempi. Durante il giorno una persona avverte dolore alla schiena. Il dolore è iniziato nel momento in cui ha sollevato un peso. Dopo alcune ore di riposo sdraiata sul letto, il dolore scompare completamente. Il corpo è riuscito a riparare se stesso. Mentre cammina nei boschi, un uomo si procura un taglio, non troppo profondo. Lo lava con acqua fresca e lo copre con una garza. Il problema scompare. Un ragazzo si procura una distorsione di caviglia, mentre correva lungo un sentiero accidentato. Termina la corsa a fatica, si prende qualche giorno di riposo,mette ghiaccio tre volte al giorno e tiene la gamba alzata e la caviglia fasciata. Il problema piano piano scompare. Manca una settimana prima di un esame importante e un ragazzo comincia a non dormire. Crolla nel sonno, ma rimane addormentato poche ore. Sostenuto l’esame, si rilassa e dorme per molte ore. si sveglia e tutto è risolto. In tutti questi casi, la reazione riporta equilibrio dopo l’insorgere della difficoltà. A volte in modo istantaneo, altre dopo alcuni giorno, ma in tutti i casi possiamo parlare di risoluzione completa della difficoltà
La reazione non riesce a neutralizzare la difficoltà, ma la persona continua a mettere in atto, in modo conscio o inconscio, le stesse strategie. Continuiamo ad assumere gli stessi farmaci, ma non guariamo. Continuiamo a comportarci nello stesso modo, ma non riusciamo a liberarci del problema. La difficoltà persiste e ad essa si aggiunge il peso di tutto quello che facciamo per liberarcene anche se non funziona. Ad esempio, una persona grassa che non dimagrisce nonostante la dieta e continua a rimanere a dieta, sarà fiaccata sia dal sovrappeso sia dallo stare a dieta, anche se stare a dieta non funziona. La persona depressa che non migliora anche si sforza di pensare positivo. La persona ipertesa che non migliora nonostante i farmaci per la pressione e le passeggiata quotidiana. In tutti questi casi le persone non risolvono i loro problemi anche se fanno quello che sembrerebbe giusto fare e il problema è sempre più complesso.
Come si risolve un problema di salute?
La risoluzione di un problema di salute inizia nel momento in cui cominciamo a capire come funziona il problema stesso. Continua quando cominciamo a smettere di fare ciò che pur se giusto non ha funzionato e non funzionerà mai. Finisce quando abbiamo trovato un modo di reagire alla difficoltà che funzioni. In quel momento il problema scompare.
Due esempi per intenderci
Ad esempio, le persone che soffrono di mal di schiena tendono ad evitare di fare sforzi. Dal momento che non fanno più sforzi si sentono sempre meno capaci di farli, si sentono deboli, sentono di aver la schiena debole. In effetti i loro muscoli e le loro articolazioni con il passare del tempo e il poco utilizzo perdono forza ed elasticità. Ogni volta che quese persone fanno uno sforzo, avvertono debolezza e dolore e pensano che questi segni siano la riprova che la loro schiena è malata. E per questo evitano ulteriormente di muoversi e di fare sforzi.
Tuttavia, se riflettessero bene su come sono andate le cose, si renderebbero conto che la loro schiena ha cominciato a indebolirsi nel momento in cui loro stessi hanno smesso di utilizzarla. Ecco perchè la terapia più importante per la schiena è il movimento ossia evitare di evitare di sforzarla. I farmaci, la fisioterapie, la stessa agopuntura, servono solo per alleviare il dolore e la rigidità tanto quanto basta per riprendere il movimento.
Naturalmente questo non significa che dopo anni di limitazione degli sforzi le persone debbano aspettarsi di poter gestire gli sforzi più pesanti subito. Avranno bisogno di riabbituarsi piano piano al movimento e allo forzo sottoponendosi a carichi sempre più pesanti e movimenti sempre più ampi. Ma non c’è alcun dubbio che quella sia la loro strada.
Non diverso il meccanismo che genera quella temuta condizione che è l’agorafobia: la paura degli spazi aperti. . Spesso tutto inizia con un episodio di attacchi di panico. Dopo l’attacco spesso le persone cominciano a evitare di frequentare situazioni simili a quelle in cui hanno sperimentato il malessere. Evitano di esporsi a tutte quelle situazioni in cui temono di poter sperimentare nuovamente il temuto attacco di panico e non aver facile via di fuga o luogo di riparo. Ecco perchè le piazze sono così temute: ci vorebbe troppo tempo per raggiungere un luogo sicuro.
Con il passare del tempo, cominciano a sentirsi a disagio anche nelle piccole piazze, nei supermerati, nei negozi, nelle chiese, nei vicoli. Ogni luogo è un luogo in cui non sarebbero in grado di gestire l’evenienza di un attacco. Pian piano, per alcuni di loro anche una stanza diventa per loro un luogo impossibile. E così cominciano a muoversi sempre accompagnati da qualcuno che sia pronto ad aiutarli.
Per lo più, gli anni pasano e loro non hanno più attacchi, tuttavia vivono come se dovessero averne uno da un momento all’altro. Anche in questo caso a ben guardare il problema di salute di cui soffrono è il frutto della somma di una difficoltà (un episodio iniziale di panico) e il tentativo di “prevenirli” evitando luoghi aperti. Per cui nel tempo la paura degli attacchi di panico, che pur non vengono, si è trasforma in paura dei luoghi aperti. Ed è quest’ultima che limita in concreto la loro vita, non gli attacchi di panico. Con le miliori intenzioni hanno creato il disastro peggiore.
La loro guarigione comincierà quando si riesporranno piano piano a luoghi aperti e riacquisteranno così la percezione del fatto che possono frequentarli senza per questo avere attacchi di panico. Tuttavia, anche nel loro caso, le cose non devono avvenire in modo improvviso. La capacità di stare in luoghi aperti deve essere riacquistata con l’esperienza diretta e progresiva degli stessi.
Una riflessione per te!
Ho voluto che tu iniziassi da qui quello che potrebbe essere il tuo percorso di risoluzione di un problema di salute sia che tu soffra di un disturbo fisico sia che tu soffra di un disturbo psichico. In entrambi i casi infatti vorrei che tu ricordassi che spesso quello che ci fa soffrire non è quello che ci accade, ma quello che noi facciamo in risposta a ciò che ci accade, le nostre tentate soluzioni. E la prima cosa da fare è sempre cambiare la nostra risposta.
Da dove cominciare?
ECCO UN REGALO per te
Mi sono convinto che la routine mattutina perfetta non esiste, ma è cosa saggia avere una routine mattutina base, a cui aggiungere o togliere di volta in volta quei dettagli che la rendano “adatta” alle esigenze dei diversi momenti della vita.